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Gli incentivi 2019 del Conto Termico 2.0


Il conto termico 2019 GSE, chiamato anche 2.0, sostituisce la precedente versione avviata nel 2012 ed è stato pensato per sfruttare meglio gli incentivi per gli interventi mirati ad una maggiore efficienza energetica e allo sviluppo delle cosiddette rinnovabili termiche. Nel corso dell'articolo vedremo come funziona, quali sono gli interventi incentivatili, le regole applicative, quindi la normativa in vigore, ma anche in quali casi è preferibile accedere agli incentivi del conto termico 2.0 oppure alle agevolazioni fiscali del 65%, i cosiddetti Ecobonus, per gli interventi di risparmio energetico. Per approfondimenti sulle detrazioni Irpef vi rimandiamo alla nostra guida agli Ecobonus 2019. In effetti, ma ne parleremo nel corso dell'articolo, molti interventi per migliorare l'efficienza energetica degli edifici, come ad esempio la sostituzione della vecchia caldaia con una di nuova generazione a condensazione, possono godere sia degli incentivi del Conto Termico 2.0 che della detrazione fiscale degli Ecobonus, quindi è importante capire come funziona il discorso per decidere qual'è la soluzione migliore a seconda delle esigenze di ognuno.

Cos'è il Conto Termico 2.0 GSE
Il Conto Termico 2019 è un fondo per incentivare la produzione di energia termica e per sostenere gli interventi mirati al miglioramento dell'efficenza energetica di edifici e abitazioni. Il fondo è gestito dal GSE, che sta per Gestore Servizi Energetici. Proprio quest'ultimo si occupa di stabilire quali sono gli interventi ammessi, chi può accedere agli incentivi, cioè chi ne ha diritto e quali sono le modalità di accesso, naturalmente sulla base della normativa (la legge) decisa dal legislatore. Vediamo una sintesi delle caratteristiche principali di questo fondo per l'efficienza energetica.

Per pubblico e privato
Il Conto Termico 2019 prevede dei bonus economici equivalenti al 65% della spesa sostenuta per il miglioramento dell'efficienza e del risparmio energetico degli edifici e per la produzione di energia rinnovabile, per Pubbliche Amministrazioni e soggetti privati, sia imprese che di natura residenziale. Il Conto Termico GSE 2.0 è stato pensato anche in funzione delle aziende del settore agricolo (serre e simili), in funzione dell'abbattimento dei costi per l'approvvigionamento energetico.

Cosa incentiva
Il Conto Termico 2.0 2019 eroga contributi economic per il miglioramento dell'efficienza energetica per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.

Disponibilità del fondo
Lo Stato italiano mette a disposizione 900 milioni di euro all'anno. 200 di questi sono destinati alle Pubbliche Amministrazioni, gli altri 700 finanziano gli interventi di soggetti privati, per esempio nel caso di lavori in casa per il risparmio energetico.

Tempistica
Il GSE rimborsa il 65% della spesa sostenuta per gli interventi entro 2 mesi dalla stipula della convenzione.

Modalità di accesso al Conto Termico 2.0 2019
I privati possono presentare le richieste di rimborso spese alla fine dei lavori, con la modalità dell'accesso diretto (che spiegheremo in dettaglio più avanti). Le Pubbliche Amministrazioni possono invece sfruttare anche la modalità cosiddetta "a prenotazione", che dà la possibilità di usufruire degli incentivi prima dell'avvio dei lavori.

Erogazione degli incentivi
Per quanto riguarda i privati, in modalità accesso diretto l'incentivo viene versato in un'unica soluzione, ma fino ad un massimo di 5.000 euro. Per le PA, invece, in modalità accesso diretto viene erogato subito tutto il contributo corrispondente al 65% della spesa sostenuta, mentre in modalità "a prenotazione" viene versato un acconto ad avvio lavori ed il saldo al termine.

Il mandato irrevocabile all'incasso
In accesso diretto si può decidere di destinare l'incentivo del Conto Termico 2019 2.0 per i lavori di risparmio ed efficienza energetica direttamente a soggetti terzi. Le PA possono fare la stessa cosa anche in modalità "a prenotazione".

Cumulabilità
Gli incentivi del Conte Energia Termico GSE possono essere cumulati con altri contributi non statali, per quanto riguarda i privati. Nel caso delle Pubbliche Amministrazioni, si può cumulare il Conto Termico 2019 con altri incentivi anche se questi ultimi sono sempre statali.

Le novità per il 2019
Ma in che consistono, esattamente, le differenze tra la vecchia versione del Conto Energia Termico introdotta nel 2012 e quella definita 2.0? Vediamo la sintesi delle novità, nel corso dell'articolo approfondiremo le singole voci.

Più soggetti ammessi
I requisiti per accedere al bonus degli incentivi Conto Termico 2019 si ampliano ed adesso prevedono anche le società "in house" e le cooperative di abitanti. Le società in house sono aziende pubbliche in forma societaria.

Nuovi interventi di efficienza energetica
Vedremo l'elenco più avanti. Va detto che, anche se non sono pochi gli interventi che danno diritto alle agevolazioni economiche previste dal fondo per i lavori che comportano un risparmio energetico, diversi di questi sono più idonei a sfruttare le detrazioni fiscali degli Ecobonus che gli incentivi del Conto Termico 2019.

Dimensione impianti
Il Conto Termico 2.0 ha aumentato la dimensione massima degli impianti che danno diritto ad accedere agli incentivi.

Procedura più snella
La procedura di accesso diretto per gli apparecchi a catalogo è stata semplificata e velocizzata, quindi meno burocrazia e minori tempi di rimborso della spesa sostenuta.

Rata più alta
Adesso il limite per l'erogazione dell'incentivo in un'unica rata risulta notevolmente più alto, passando da 600 a ben 5.000 euro.

Tempistica ridotta
Anche in questo caso un notevole miglioramento. I tempi di pagamento dell'agevolazione economica per l'efficienza energetica si riducono a 2 mesi, contro i 6 della versione precedente.

Incentivi più alti
Il Conto Energia Termico 2019 2.0 prevede un valore più elevato degli incentivi, rispetto alla versione precedente.

Edifici nZEB
Fino al 65% delle spese sostenute per i coseddetti "Edifici a energia quasi zero", che producono tutta l'energia di cui hanno bisogno da fonti rinnovabili.

Isolamento termico e altro
L'incentivo arriva fino al 40% nel caso in cui si svolgano lavori di isolamento termico di muri e coperture, ma anche se si sostituiscono gli infissi, soprattutto le finestre, con modelli di nuova generazione specifici per il risparmio energetico. Inoltre, vengono rimborsate anche schermature solari, lavori per migliorare l'efficenza dell'illuminazione degli interni, le tecnologie di Building Automation (automazione delle funzioni di un edificio o di un'abitazione) e l'installazione di una caldaia a condensazione. Su quest'ultimo punto però va fatta attenzione. Come abbiamo spiegato nella guida alle detrazioni 2019 caldaia a condensazione, la strada migliore da seguire per rientrare dalla spesa sostenuta per l'installazione di un apparecchio di questo tipo non è quella del Conto Termico, ma l'Ecobonus 2019, a condizione però di installare anche un sistema per la termoregolazione degli ambienti, come ad esempio le valvole termostatiche, altrimenti la detrazione Irpef scende dal 65 al 50%.

Se abbinati aumentano
Nel caso in cui i lavori di isolamento termico siano abbinati alla sostituzione o realizzazione di altro impianto (solare termico, pompe di calore o caldaia a condensazione), l'incentivo concesso dal Conto Termico GSE 2019 per l'isolamento sale al 50%.

Impianti e apparecchi
Il bonus incentivo sale fino al 65% della spesa sostenuta per la realizzazione di impianti solari termici, sistemi a pompe di calore (anche ibridi), caldaie e apparecchi a biomasse. Ricordiamo che sono in vigore le nuove regole sul libretto impianti. Sono previste, per i trasgressori, importanti sanzioni nel caso in cui vengano trovate irregolarità in seguito ad un controllo, quindi vi consigliamo la lettura dell'articolo di approfondimento.

Rimborso diagnosi energetica e APE
Una delle novità più importanti del Conto Energia Termico 2.0 2019 è rappresentato dal rimborso totale, quindi un incentivo del 100%, per la Diagnosi Energetica degli edifici e l'Attestato di Prestazione Energetica, il cosiddetto APE. Tutto questo, però, nel caso in cui parliamo di Pubbliche Amministrazioni. Per i privati, le cooperative di abitanti e le cooperative sociali, viene rimborsato 50% della spesa sostenuta.

Come funziona il Conto Termico 2.0 2019
Il GSE eroga gli incentivi mediante delle rate annuali per una durata compresa tra 2 e 5 anni. La durata del rimborso dipende dalla tipologia e dalla dimensione degli interventi e degli impianti. Nel caso in cui l'ammontare non sia superiore a 5.000 euro, l'incentivo verrà corrisposto in una singola soluzione. Parliamo dei privati, infatti le PA e le ESCO che operano per loro conto possono chiedere la liquidazione del contributo statale in un'unica soluzione anche nel caso in cui quest'ultimo superi la soglia dei 5.000 euro, se hanno optato per l'accesso diretto.

Le regole applicative
Sul proprio sito il GSE pubblica ogni anno le cosiddette "regole applicative", che stabiliscono le modalità per accedere agli incentivi del Conto Termico 2.0, mirati a favorire gli interventi per una migliore efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. A seconda della tipologia del soggetto richiedente l'agevolazione economica, quindi Pubblica Amministrazione, impresa o privato, vengono descritte le seguenti condizioni:

Procedura di accesso agli incentivi del Conto Termico 2.0 GSE
Requisiti di conformità (come da Decreto Legge)
Come si calcolano gli incentivi
Modalità di erogazione
Chi ha diritto agli incentivi del Conto Termico 2019
Bene, vediamo chi può usufruire del bonus contributo statale per chi mette in atto lavori che portano ad una migliore efficienza energetica degli edifici o delle abitazioni, in pratica chi può accedere agli incentivi del Conto Termico 2.0, e cosa deve fare il soggetto responsabile per ottenere il contributo alle spese sostenute. Più avanti nell'articolo spieghiamo come funziona l'iter burocratico, quali sono i documenti da presentare al GSE e tutte le informazioni necessarie per completare la pratica di richiesta degli incentivi. Vediamo adesso chi sono i cosiddetti "soggetti responsabili".

Titolare della spesa
Colui che ha sostenuto in modo diretto le spese per gli interventi di efficienza energetica per cui richiede il rimborso.

Presentazione istanza al GSE
Il soggetto responsabile può presentare un'istanza di riconoscimento degli incentivi ed è responsabile della veridicità delle informazioni relative alla conformità della sua richiesta alle normative vigenti.

Contratto
Il Soggetto responsabile è colui che materialmente firma il contratto con il GSE e quindi riceve gli incentivi del Conto Termico 2.0 2019.

Conservazione dei documenti
Il soggetto responsabile è tenuto a conservare i documenti indicati del Decreto Ministeriale del 16/02/2016 per tutta la durata del periodo di incentivazione e per i 5 anni successivi all'erogazione dell'ultimo importo.

Attività di controllo
Va garantita per il GSE la possibilità di effettuare controlli, anche con sopralluogo diretto, atti a verificare la conformità degli interventi per cui si è richiesto il bonus incentivo Conto Termico 2019.

Cumulabilità con detrazioni Irpef
Come abbiamo detto nel caso delle caldaie a condensazione, gli incentivi del Conto Energia Termico GSE 2019 non sono cumulabili con le agevolazioni fiscali Irpef, i cosidddetti Ecobonus 2019, o con altre forme di incentivazione statale (ma solo per i privati). Per chi ne volesse sapere di più: come funziona l'Irpef, quali sono i vari oneri deducibili, le cosiddette detrazioni, come si calcola l'Imposta sul reddito delle persone fisiche, quali sono le aliquote, gli scaglioni e chi la paga.

Iva e fattura
Una delle domande che più frequentemente si trovano sul web è la seguente: gli incentivi del Conto Termico 2.0 GSE sono soggetti ad Iva e ritenuta d'acconto? e bisogna fare la fattura?
La risposta è no. Il bonus spese erogato dallo Stato per chi effettua lavori mirati ad una migliore efficienza eneregetica o alla produzione di energia rinnovabile, ha natura di contributo in conto impianti e non viene assoggettato alla ritenuta del 4% (art. 28 del D.P.R. 600/73). Inoltre, essendo privo dell'elemento cosiddetto "sinallagmatico", è da ritenersi fuori dal campo di applicazione dell'Iva e quindi non impone l'emissione della fattura.

Costo della pratica
Il soggetto responsabile, vale a dire colui che fa richiesta dell'incentivo, è tenuto a corrispondere un corrispettivo dell'1% dello stesso (del valore del contributo statale ricevuto) per coprire le spese sostenute dal GSE per la pratica e tutte le attività correlate, comprese le verifiche tecnico-amministrative, ma con un massimale di 150 euro di imponibile. Questo corrispettivo è assoggettato ad Iva ad aliquota ordinaria e viene fatturato dal GSE.

Gli interventi ammessi agli incentivi
Bene, passiamo adesso all'elenco degli interventi mirati ad una migliore efficienza energetica di edifici e abitazioni che danno diritto ad accedere agli incentivi del Conto Termico 2019.

Solo Pubbliche Amministrazioni
Miglioramento dell'efficienza energetica in edifici già esistenti.

Coibentazione (isolamento termico) pareti e coperture.
Sostituzione infissi.
Efficientamento dell'illuminazione d'interni.
Trasformazione edifici in nZEB (tutta l'energia necessaria da fonti rinnovabili).
Building Automation (automazione delle funzioni di un edificio o di un immobile), domotica e teleriscaldamento.
Schermature solari.
Sostituzione impianti esistenti per la climatizzazione (per esempio con caldaie a condensazione).
Anche per i privati
Vengono ammessi al bonus incentivi Conto Termico 2.0 2019 gli impianti di piccole dimensioni per la produzione di energia termica e gli interventi per il risparmio energetico (sostituzioni di caldaie gpl o metano, per esempio, o nuove installazioni, valvole termostatiche, stufe a pellet e altro). Per soggetti privati il GSE intende le persone fisiche, i condomini, i soggetti titolari di reddito d'impresa o agrario. Vediamo una lista riassuntiva degli interventi che danno diritto agli incentivi disponibili (i link puntano ad articoli di approfondimento che vi invitiamo a leggere se vi interessa saperne di più).

Pompe di calore
Sia per la climatizzazione che per la produzione di acqua calda ad uso sanitario.

Caldaie, termocamini a biomassa, stufe a pellet e simili
Sistemi ibridi a pompe di calore
Impianti solari termici e termodinamici
Anche nel caso in cui siano abbinati a tecnologia "solar cooling", che permette la produzione di freddo, quindi il condizionamento nei mesi estivi. Vi invitiamo, a questo proposito, a leggere l'articolo sugli impianti solari termodinamici Ohikia, una nuova tecnologia che permette di realizzare energia come con i normali impianti fotovoltaici, ma sfruttando un sistema di solare termodinamico ed alcune importanti innovazioni introdotte da questa interessante start-up italiana. Naturalmente anche in questo caso sono previsti incentivi sotto forma di detrazioni Irpef.

Impianto solare termico per la produzione di acqua calda.
Incentivi o detrazione fiscale?
Un'altra delle domande più frequenti è se è più conveniente il Conto Termico o l'Ecobonus. La risposta migliore a questa domanda è la seguente: dipende. L'argomento più dibattuto è quello relativo alla sostituzione della vecchia caldaia per il riscaldamento e l'acqua calda con una macchina di nuova generazione a condensazione. In effetti le regole applicative del Conto Energia Termico 2.0 GSE del 2016 non prevedono la possibilità di usufruire degli incentivi per le caldaie a condensazione, ma solo per quelle a pompa di calore. Per il 2019 è prevista anche questa possibilità, ma la verità è che lo Stato preferisce detrarre la "sua" spesa dall'Irpef con una rateazione di 10 anni, piuttosto che tirar fuori i soldi direttamente con gli incentivi. In effetti l'iter burocratico del Conto Termico è molto più complesso di quello per usufruire degli Ecobonus, quindi non perdete tempo. Per la sostituzione della caldaia con una nuova a condensazione la scelta giusta, ma per molti versi obbligata, è quella della detrazione fiscale degli Ecobonus, che tra l'altro è del 65% se si installa contemporaneamente un sistema di termoregolazione.

Conto Energia Termico 2019: modalità di accesso
Come abbiama detto all'inizio esistono due modalità per accedere al bonus incentivi promesso dal nuovo Conto Termico 2.0 GSE. Vediamoli.

Accesso diretto
Quella dell'accesso diretto è la modalità possibile anche ai privati, oltre che per la Pubblica Amministrazione e prevede un limite di 60 giorni dalla fine dei lavori per la presentazione della domanda. Per gli interventi di installazione di apparecchi considerati di piccola taglia (generatori fino a 35 kW e sistemi solari fino a 50 mq) è previsto un iter semplificato.

Prenotazione
La modalità riservata alle Pubbliche Amministrazioni e alle ESCO (Energy Service Company) che operano per loro conto. Prevede l'erogazione di un acconto sul costo dei lavori ancora da effettuare e il saldo al termine degli interventi. Per la prenotazione dell'incentivo si può presentare una scheda-domanda a preventivo.

Modalità di accesso e regole applicative per privati
Come abbiamo detto precedentemente, nel caso di richiedenti privati l'unica modalità disponibile per ottenere gli incentivi del Conto Termico 2019 è quella dell'accesso diretto, che prevede la compilazione della richiesta entro 2 mesi dalla fine dei lavori, la stipula di un contratto e un iter semplificato.

Cosa si intende per soggetti privati
Persone fisiche
Condomini
Titolari di reddito di impresa o di reddito agrario
Documentazione per la richiesta degli incentivi
Ma cosa bisogna fare per ottenere il contributo promesso dal Conto Termico 2.0 2019? Vediamo.

Scheda domanda e documenti da presentare al Gse
Le modalità di accesso agli incentivi previsti dal Conto Energia Termico prevedono la compilazione della cosiddetta "scheda domanda" presente sul sito di Gse, il Gestore Servizi Energetici.

Attenzione a non fare errori
La compilazione di questo documento è affare delicato e importante. Il richiedente dovrà informare il Gse, in modo dettagliato e senza errori, riguardo la tipologia di alcuni documenti che poi il gestore stesso potrà richiedere, anche in formato cartaceo. E' quindi importantissimo non commettere errori. Le verifiche e i controlli ci sono e sono molto severi, come è giusto che sia per evitare truffe e appropriazioni indebite varie, e le regole sono molto stringenti.

La lista
Riassumiamo i documenti di cui bisogna essere necessariamente in possesso per poter fare la richiesta degli incentivi previsti dal Conto Termico 2019 e vediamo anche come fare la o le fatture che vanno aggiunte ai documenti per la richiesta.

Attestato di certificazione energetica
Schede tecniche dei componenti e delle apparecchiature installate
Certificazione da parte di un tecnico abilitato (asservazione) riguardo l'appropriato dimensionamento del generatore di calore
Diagnosi energetica (solo se prevista nello specifico)
Certificazione del rispetto ambientale relativamente ai livelli di immissione in atmosfera (lo rilascia il produttore)
Fattura delle spese sostenute
Va specificato in dettaglio la tipologia di intervento che è stato realizzato e per cui si fa richiesta dell'incentivo promesso. Se sono stati effettuati più lavori incentivabili, vanno realizzate più fatture, con pagamenti separati per ogni documento (anche se ultimamente è stata proposta la possibilità di fornire una singola fattura con la lista di tutti gli interventi effettuati). All'interno della fattura vanno inseriti i seguenti dati:

Partita Iva dell'emittente
Dati del soggetto responsabile del Conto Termico (chi sostiene le spese)
Codice fiscale o Partita Iva del soggetto responsabile
Se si è fatto ricorso alla locazione finanziaria la fattura va intestata alla società di leasing (di cui bisogna fornire anche copia del contratto).
Se volete informazioni più dettagliate su come fare una fattura per le detrazioni fiscali vi consigliamo l'articolo linkato, dove spieghiamo come funziona questo documento nel caso in cui si voglia accedere ad incentivi, agevolazioni fiscali e bonus vari. Ricordiamo che adesso non è più necessario inserire tra le voci obbligatorie il costo della manodopera, ma che è bene elencare in dettaglio tutti i lavori effettuati.

Bonifico
Innanzitutto va precisato che il pagamento per i lavori di cui si richiede l'accesso al Conto Termico 2.0 2019 vanno effettuati mediante il modello di bonifico ordinario, a differenza di quanto avvviene per la richiesta delle detrazioni fiscali per il risparmio energetico e le ristrutturazioni, dove vanno utilizzati modelli di bonifico apposito. Nella causale vanno inserite le seguenti informazioni:

Riferimento al Decreto Ministeriale 28/12/2012
Riferimento al numero della fattura (con data della stessa)
Partita Iva/codice fiscale del ricevente il pagamento e del soggetto responsabile
Nel caso in cui la fattura non sia stata emessa al momento del pagamento, nella causale del bonifico si può inserire il numero d'ordine. Successivamente però va inviata al GSE la copia e quella del bonifico con il numero d'ordine corrispondente.

Tempistica
La richiesta per accedere agli incentivi del Conto Termico 2019 va presentata entro 60 giorni dal termine dei lavori. I tempi vanno rispettati in ogni caso, altrimenti non sarà possibile nessun rimborso per i lavori effettuati. Per quanto riguarda il rimborso promesso: la legge stabilisce che va ricevuto entro 30 giorni dalla fine del bimestre entro cui si è presentata la domanda.

 La Cassazione: "Un privato può installare telecamere sulla strada"
Basta avvisare con appositi cartelli: non si commette alcun reato perché prevale lʼesigenza di sicurezza

Via libera alle telecamere installate da privati sulle mura perimetrali esterne di palazzi e singole abitazioni e puntate a riprendere ciò che accade nella pubblica strada. Come sottolinea la Cassazione in una sentenza, i cittadini che le posizionano per tutelare la sicurezza dei loro beni non commettono alcun reato nei confronti di altre persone. Per essere in regola, basta che appositi cartelli avvisino della presenza del sistema di videoripresa.


I supremi giudici hanno infatti assolto con la formula "perché il fatto non sussiste", due proprietari di diversi appartamenti di uno stabile a Chieti, condannati a sei mesi di reclusione per "violenza privata", che avevano installato telecamere "a snodo telecomandatile per ripresa visiva e sonora orientate su zone e aree aperte al pubblico transito".

Il "grande fratello" aveva suscitato le proteste del vicinato che si sentiva indebitamente controllato. Ma secondo l'Alta Corte, il fastidio è minimo e ben si bilancia con l'esigenza di sicurezza.
                             13 MAGGIO 2019

Strumento Geofono per ricerca perdite sotterranee


- RICERCA PERDITE E DISPERSIONI: individuiamo l'esatta ubicazione delle tubazioni metalliche interrate a qualsiasi profondità, indipendentemente dal loro diametro, e rileva il punto esatto delle perdite di fluidi interrati o a parete.tubazioni di acqua calda e fredda, tubazioni di gas, impianti di riscaldamento, impianti antincendio, piscine, linee acquedottistiche, fluidi in genere e molto altro ancora.

Come proteggersi dalle sovratensioni  Redazione Normativa, Sicurezza
I fenomeni fisici di natura elettromagnetica generano un repentino e improvviso innalzamento dei valori di picco delle tensioni di rete, ben al di sopra dei parametri nominali, causando fenomeni noti come sovratensioni, principale causa di guasto dei dispositivi elettronici e di interruzione delle attività produttive.
Classificazione delle sovratensioni
Le sovratensioni sono classificate in base alla frequenza, al valore di picco e al tipo di perturbazione che provocano sulla rete:
sovratensioni di natura temporanea, dette anche TOV (Temporary Over Voltage). Non si tratta di sovratensioni di natura impulsiva in quanto la loro durata tende a prolungarsi nel tempo per periodi relativamente lunghi e sono originate, generalmente, da guasti di natura impiantistica e di impatto rilevante. Come conseguenza di questi fenomeni, gli SPD devono superare prove di tenuta alle TOV previste dalla Norma prodotto e aventi lo scopo di garantire che gli stessi SPD non si danneggino quando sottoposti a lunghe esposizioni a queste sovratensioni;
sovratensioni di natura transitoria: fenomeni di media frequenza, di natura oscillatoria e smorzata nel tempo della durata di pochi microsecondi. Sono generalmente provocate dalle caratteristiche inerziali delle parti meccaniche degli azionamenti di manovra durante le normali operazioni di commutazione;
sovratensioni di natura impulsiva: fenomeni provocati dai fulmini. Le sovratensioni di natura atmosferica possono causare danni sensibili a cose e persone ed è indispensabile, in fase di progettazione di nuovi edifici, identificare le opportune protezioni da adottare per ridurne al minimo i danni.
Come progettare un sistema di protezione?
Per progettare un sistema di protezione adeguato è necessario seguire l’algoritmo dell’analisi del rischio, descritto nella Norma CEI EN 62305: 2013 (CEI 81-10).
Questa analisi permette d’identificare a quale livello d’esposizione è soggetto l’edificio in questione e può evidenziare le seguenti sorgenti e tipi di danno alle strutture.
S1 – fulmine sulla struttura
danno meccanico immediato, incendio e/o esplosione dovuta al plasma incandescente del canale stesso, o al riscaldamento dei conduttori connessi con il fluire della corrente (sovratemperatura inaccettabile), o alla carica trasportata dall’arco (fusione del metallo);
incendio e/o esplosione provocati da scariche dovute a sovratensioni risultanti da accoppiamenti resistivi e induttivi e dal fluire di parte della corrente da fulmine;
danni a esseri viventi per elettrocuzione dovuta alle tensioni di passo e di contatto;
guasti o malfunzionamenti degli impianti interni dovuti al LEMP (Lightning electromagnetic impulse – impulso elettromagnetico del fulmine);
S2 – fulmine vicino alla struttura
guasti o malfunzionamenti degli impianti interni dovuti al LEMP;
S3 – fulmine sulle linee entranti nella struttura
incendio e/o esplosione dovute a sovratensioni e correnti di fulmine trasmesse tramite la linea entrante;
danni ad esseri viventi per elettrocuzione dovuta alle tensioni di contatto all’interno della struttura;
guasti o malfunzionamenti degli impianti interni dovuti alle sovratensioni che si localizzano sulle linee entranti e che sono trasmesse alla struttura;
S4 – fulmine in prossimità delle linee entranti nella struttura
guasti o malfunzionamenti degli impianti interni dovuti alle sovratensioni indotte nelle linee entranti e trasmesse alla struttura.
Il fulmine può essere causa di tre principali tipi di danno:
D1: danno ad esseri viventi per elettrocuzione;
D2: danno materiale (incendio, esplosione, distruzione meccanica) dovuto agli effetti della corrente di fulmine;
D3: guasti agli impianti interni dovuti al LEMP.
La protezione contro il fulmine deve essere valutata al fine di ridurre le perdite
Ciascun tipo di danno relativo alla struttura da proteggere, solo o in combinazione con altri, può produrre differenti perdite. Il tipo di perdita che può verificarsi dipende dalle caratteristiche della struttura stessa. La Norma CEI EN 62305 considera i seguenti tipi di perdita che possono verificarsi a causa di danneggiamenti alla struttura:
L1: perdita di vite umane (compreso danno permanente);
L2: perdita di servizio pubblico (forniture di gas, acqua, TV, TLC e energia elettrica);
L3: perdita di patrimonio culturale insostituibile;
L4: perdita economica (struttura, suo contenuto e perdita di attività).
La necessità della protezione contro il fulmine di una struttura deve essere valutata al fine di ridurre le perdite dei valori L1, L2 e L3.
Al fine di valutare se la protezione sia o meno necessaria, deve essere effettuata l’analisi del rischio in accordo con la procedura indicata nella CEI EN 62305-2. Devono essere considerati i seguenti rischi, corrispondenti ai tipi di perdita:
R1: perdita di vite umane o danni permanenti;
R2: perdita di servizio pubblico;
R3: perdita di patrimonio culturale insostituibile;
R4: perdita economica: dovrebbe essere valutata quando la protezione contro il fulmine sia economicamente motivata.
La protezione contro il fulmine risulta, quindi, necessaria se il rischio R (da R1 a R3) risulta superiore al livello di rischio tollerabile RT. In questo caso si devono adottare misure di protezione al fine di ridurre il rischio R (da R1 a R3) al di sotto del valore di rischio tollerabile RT.
Oltre alla necessità della protezione contro il fulmine di una struttura, può risultare utile valutare i benefici economici derivanti dall’adozione di misure di protezione atti a ridurre le perdite economiche 
In questo caso, deve essere definito il valore del rischio di perdita economica R4. La definizione di R4 permette di valutare il costo della perdita economica con e senza le misure di protezione adottate.
La protezione contro il fulmine è conveniente se la somma del costo CRL della perdita residua in presenza delle misure di protezione e il costo CPM delle misure di protezione risulta inferiore al costo CL della perdita totale in assenza delle misure di protezione.
Per ridurre il rischio secondo il tipo di danno possono essere adottate misure di protezione atte a:
ridurre i danni ad esseri viventi dovuti ad elettrocuzione;
ridurre i danni materiali;
ridurre i guasti negli impianti elettrici ed elettronici.
Queste misure possono essere utilizzate singolarmente o in combinazione e costituiscono il sistema completo di protezione.
Si ringrazia il Gruppo Limitatori di Sovratensione – ANIE CSI

impianto igenico sanitario

Impianto igienico-sanitario
L’impianto igienico-sanitario è un sistema di tubature che, allacciato all’acquedotto, svolge essenzialmente due funzioni: la distribuzione dell’acqua alimentare e sanitaria (“acqua potabile”) nei diversi locali dell’abitazione, e lo smaltimento delle acque di scarico (“acque nere” come residui organici, saponosi, ecc. o “acque chiare”, come l’acqua piovana).
Un impianto idrico-sanitario (chiamato anche come idraulico o idrico) ha la funzione di portare e distribuire l’acqua fredda e/o calda alle utenze e di allontanare la stessa una volta usata. E’ dotato di apparecchiature di trattamento dell’acqua, reti di adduzione e distribuzione dell’acqua complete dei relativi accessori (contatori, giunti ecc.), gruppi di sopraelevazione della pressione idrica, produttori di acqua calda sanitaria, apparecchi di erogazione, reti di scarico delle acque.
Attualmente i materiali più usati per la realizzazione degli impianti idraulici sono il rame o multistrato per acque potabili e il PVC per acque nere o bianche.



APPROFONDIMENTI
1Come viene certificata la conformità dell’installazione di un impianto igienico-sanitario?
2Quali sono le responsabilità dell’installatore e quali quelle del committente dei lavori?
3Come avviene l’installazione di un impianto igienico-sanitario?
4Quali accorgimenti adottare per preservare un impianto igienico-sanitario?
Tutti gli impianti idrici sono dotati di un rubinetto principale che è collegato con il contatore dell’acqua, un apparecchio che consente la misurazione dei consumi idrici e che serve alla chiusura totale dell’impianto installato. 
Tale chiusura è necessaria quando:

ci si assenta dall’abitazione per lunghi periodi di tempo;
si effettua la manutenzione all’impianto idrico.
Questi accorgimenti hanno due scopi principali:
evitare la rottura delle tubazioni a causa del freddo
evitare perdite d’acqua e conseguenti allagamenti, nel caso di guasti all’impianto.
Va inoltre precisato che l’impianto idraulico può essere escluso anche solo parzialmente (es. solo in una parte dell’abitazione) grazie al cosiddetto “rubinetto di intercettazione” che fa parte dell’impianto stesso.

La pulizia degli impianti è fondamentale per evitare perdite di rendimento e guasti

Dott. Mauri, ci spiega perché la depurazione dell'acqua negli impianti di riscaldamento è importante?

«La pulizia dell'impianto è di fondamentale importanza negli impianti di riscaldamento per tutta una serie di motivi. Innanzitutto la presenza di particolato in sospensione e di residui di corrosione elettrolitica, causati dalla presenza nel circuito di metalli con potenziale elettrochimico differente, possono provocare intasamenti negli scambiatori, soprattutto nelle caldaie a condensazione dove, per raggiungere elevate prestazioni, si sono ridotti notevolmente i passaggi dell'acqua. In casi limite l'intasamento può avvenire anche lungo le tubazioni, per esempio in concomitanza di gomiti o in punti in cui l'impianto si riduce di diametro. Un altro problema è legato senza dubbio alla presenza di calcare che, alle normali temperature

di esercizio degli impianti di riscaldamento, precipita sulle tubazioni incrostandole, ostruendo i passaggi e soprattutto isolando termicamente il sistema. Si immagini un sistema progettato per scambiare calore con l'esterno che si trova ad avere una pellicola di isolante calcareo ad impedire il flusso di calore! Un ulteriore problema che si è affacciato solo ultimamente è la presenza di alghe e flora batterica negli impianti che lavorano a basse temperature, per esempio gli impianti a pavimento, dove le temperature in gioco si trovano nell'intervallo tra 35-45°C. La presenza di questi contaminanti può provocare la riduzione del flusso o addirittura l'ostruzione di parte delle tubazioni, causando zone “fredde”. Queste sono le motivazioni principali per cui un'acqua trattata è di fondamentale importanza in un impianto di riscaldamento».

Con quale frequenza andrebbe effettuata la pulizia dell'impianto?

«Ovviamente questo dipende sia dal tipo di trattamento eseguito che dal tipo di prodotti utilizzati. Un impianto deve essere pulito correttamente, rispettando le concentrazioni dei prodotti da usare, i tempi di esecuzione e le temperature. Inoltre, dopo un adeguato risciacquo deve essere protetto con prodotti specifici che potranno impedire in futuro fenomeni quali per esempio la corrosione elettrolitica, l'infiorescenza di alghe o una precipitazione di calcare. Un impianto trattato in questo modo può funzionare tranquillamente anche fino a 10 anni, con un controllo minimo delle condizioni di esercizio e della concentrazione del protettivo inserito».

Quali sono, in particolare le sostanze che non dovrebbero essere presenti nel circuito dell'impianto e in che modo possono essere dannose?

«Come anticipato in precedenza, il particolato solido, il calcare, i residui di corrosione elettrolitica, solitamente ossidi di ferro e di alluminio, le alghe e la flora batterica, limitatamente ai circuiti che lavorano alle basse temperature, sono tutte reali fonti di problemi di una certa gravità. Tutte queste sostanze possono limitare i passaggi o addirittura ostruire le condutture. Il calcare in particolare è anche un isolante termico per cui riduce il rendimento della caldaia. La corrosione elettrolitica, che lascia dietro di se i residui dei quali abbiamo appena accennato, può provocare la completa foratura di una conduttura o di uno scambiatore di calore».

Quali sono le tecnologie che utilizzate per l'eliminazione di queste sostanze?

«La FERNOX ha sviluppato prodotti appositi sia per la pulizia che per la protezione dell'impianto. In particolare per quanto concerne la pulizia, il Cleaner F3 e il Cleaner F5 sono prodotti estremamente efficaci per riportare in sospensione tutte le morchie che sono presenti nelle tubature, nelle caldaie e nelle pompe. Questi prodotti sono totalmente neutri, il pH è compreso tra 7,5 e 7,8, non hanno alcuna interazione con i materiali che costituiscono l'impianto e non danno problemi di sovradosaggio. 
Per la protezione, il protettivo F1 e' un prodotto di altissima tecnologia la cui funzione e' quella di prevenire in futuro ulteriori corrosioni elettrolitiche e incrostazioni da calcare. Questo eviterà la rottura di pompe e scambiatori e la formazione di idrogeno, che si forma come sottoprodotto della corrosione. Anche il protettivo è neutro, pH compreso tra 7,2 e 7,6, è totalmente compatibile con tutti i materiali e come per i cleaners non ha problemi di sovradosaggio. Per la protezione dalle alghe e dalla flora batterica la FERNOX ha formulato un eccellente biocida, l'AF-10 (che può essere tranquillamente utilizzato in abbinamento con il protettivo F1 in quanto totalmente compatibile).
Se l'impianto dovesse lavorare anche a basse temperature c'è la possibilità di utilizzare l'ALPHI-11, in sostituzione dell'F1. E' un protettivo che contiene la corretta concentrazione di MPG (mono propilene glicol), un glicol atossico approvato dalla KIWA-ATA. E' totalmente compatibile con tutti i materiali dell'impianto e può essere tranquillamente utilizzato in abbinamento con l'AF-10. 
FERNOX inoltre ha realizzato molti altri prodotti da utilizzare per problemi specifici come il sigilla-perdite F4 o il riduttore di rumore F2.
Quello che è di capitale importanza aggiungere è che la FERNOX ha progettato e realizzato il vero filtro totale TF-1. Un filtro idrociclonico-magnetico, unico nel suo genere e brevettato in Gran Bretagna. Questo filtro assolutamente inimitabile ha il compito di far si che la protezione dell'impianto diventi una protezione TOTALE dell'impianto. Il flusso idrociclonico per la separazione dei fanghi unito ad un potente magnete di Neodimio garantisce la filtrazione di tutti i materiali in sospensione, siano essi magnetici e non, fino ad una dimensione di 1 micron. Il TF-1 TOTAL FILTER esiste anche in una versione compatta, che sarà disponibile entro dicembre 2012, che adattabile a quegli impianti nei quali lo spazio è estremamente ridotto».

Quali possono essere le conseguenze se non si utilizzano prodotti come i vostri nell'impiantistica?

«Ci sono più livelli di conseguenze. La prima in assoluto è la perdita di rendimento dell'impianto che si traduce in una spesa di combustibile più alta da parte dell'utente, senza magari che quest'ultimo se ne accorga.
Una conseguenza più grave è sicuramente il blocco della caldaia per rottura dello scambiatore o di una pompa. Questo perché l'intervento per la sostituzione delle parti causa sicuramente uno sforzo economico notevole, senza contare il disagio di un evento simile nei mesi invernali. Infine la conseguenza forse più grave è la rottura di una tubazione nel muro o nel pavimento che oltre ai disagi descritti in precedenza provoca un intervento a livello strutturale».

Quali sono i suggerimenti che darebbe a progettisti e installatori (ma anche agli utenti finali) per allungare la vita di un impianto?

«Ai progettisti suggerirei sicuramente di prevedere come mandatoria, nei loro capitolati, la pulizia e la protezione degli impianti e di legare la lunghezza o l'estensione della garanzia proprio alla protezione dell'impianto. Protezione che tra l'altro è prevista anche dalla legge e precisamente dal DPR 59 del 2009. 
Agli installatori e ai manutentori suggerirei di procedere sempre all'esecuzione della pulizia e della protezione, chiedendo loro di spiegare all'utente finale i benefici che trarrà, in breve tempo, in termini di risparmio energetico e di minori guasti e malfunzionamenti della caldaia.
All'utente finale, che è colui che alla fine si sobbarca il costo di questa operazione, posso solo confermare quanto detto in precedenza. La pulizia e la protezione dell'impianto non sono un costo ma un investimento per il futuro».

VADEMECUM IMPIANTI A GAS USO DOMESTICO N. 1 | UNI 7129

La norma UNI 7129:1:2015 - Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione - Progettazione, installazione e messa in servizio - Parte 1: Impianto interno, si applica agli impianti domestici e similari per l'utilizzazione dei gas combustibili appartenenti alla I, II e III famiglia di cui alla UNI EN 437 ed alimentati da rete di distribuzione di cui alla UNI 9165 e UNI 10682.
La norma fissa i criteri per la costruzione ed i rifacimenti di impianti interni o parte di essi, asserviti ad apparecchi utilizzatori aventi singola portata termica nominale massima non maggiore di 35 kW.
Dimensionamento dell'impianto interno
Per il dimensionamento dell'impianto interno si rimanda all'appendice A. In presenza di progetto è consentito ricorrere a procedure di dimensionamento diverse purché sia garantito un risultato equivalente, in termini di funzionalità e sicurezza.

Le sezioni delle tubazioni devono essere tali da garantire una fornitura di gas sufficiente a coprire la massima richiesta limitando la perdita di pressione (pressione statica misurata in condizioni dinamiche, ovvero durante il funzionamento degli apparecchi a potenza nominale massima) fra il contatore e qualsiasi apparecchio di utilizzazione a valori non maggiori di:

- 0,5 mbar per i gas della 1a famiglia (gas manifatturato);
- 1,0 mbar per i gas della 2a famiglia (gas naturale);
- 2,0 mbar per i gas della 3a famiglia (GPL).

Qualora a monte del contatore sia installato un regolatore di pressione, si ammettono perdite di carico doppie di quelle sopra riportate.
Tubazioni
Le tubazioni che costituiscono la parte fissa degli impianti possono essere di:
a. ACCIAIO
b. RAME
c. POLIETILENE
d. MULTISTRATO METALLO-PLASTICO
e. ACCIAIO INOSSIDABILE CORRUGATE PLT-CSST
Tubazioni corrugate formabili PLT-CSST in acciaio inossidabile
I tubi di acciaio corrugate semirigido devono essere conformi alla UNI EN 15266.
I tubi per sistema PLT-CSST devono essere dotati di idoneo rivestimento protettivo (figura 2); tale rivestimento deve essere di materiale conforme alla UNI EN 15266.
I tratti di tubo, in cui il rivestimento e stato rimosso per realizzare una giunzione, e lo stesso raccordo utilizzato allo scopo devono essere ricoperti con un "nastro protettivo" fornito o dichiarato idoneo dal fabbricante del sistema.
La posa in opera del nastro protettivo deve essere effettuata come indicate nelle procedure riportate sul libretto d'istruzioni ed avvertenze fornito dallo stesso fabbricante del sistema.
Dimensione nominale DN
DN10 DN12 DN15 DN20 DN25 DN32 DN40 DN50
Spessore s (valori minimi) [mm]
0,18 0,20 0,20 0,25 0,25 0,30 0,30 0,30
Diametro interno D3 (valori minimi) [mm]
9,8 11,8 14,7 19,6 24,5 31,4 39,2 49,0
a) II diametro interno del tubo deve essere almeno il 98% della sua dimensione nominale in millimetri.
Installazione in canaletta all'esterno dell'edificio
Nel caso di tubazioni multistrato metallo-plastiche, è consentita la posa delle tubazioni del gas in canaletta sulla parete perimetrale esterna dell'edificio, purché siano sempre adeguatamente protette lungo tutto il loro percorso esterno dall'azione dei raggi UV (per esempio canaletta chiusa oppure canaletta grigliata più guaina, figure 3b e 3c) e da danneggiamenti meccanici (con particolare attenzione alle zone soggette a transito o manovra di mezzi), ove necessario.
La canaletta deve essere realizzata con materiali resistenti agli agenti atmosferici. La superficie di chiusura, anche se grigliata, deve essere di tipo rimovibile per permettere, all'occorrenza, ispezioni e manutenzioni.
1 Canaletta grigliata
2 Copertura grigliata
3 Raccordo
4 Tubazione gas multistrato
5 Guaina
Indice
Fonte:
UNI 7129-1:2015
Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione - Progettazione, installazione e messa in servizio - Parte 1: Impianto interno
Certifico Srl - IT Rev. 00 2017
IMPIANTI GAS USO CIVILE

L’impianto gas ad uso civile è composto dalle tubazioni che collegano il contatore (fornito dall’Ente erogatore) alle varie apparecchiature gas all’interno dell’abitazione. Completano l’impianto valvole di sicurezza e pezzi speciali, tutti a norma di legge.
Solitamente, negli impianti civili la potenza richiesta non supera i 35 kW, essendo gli apparecchi installati, finalizzati solo riscaldamento, alla cottura e/o alla produzione di acqua calda sanitaria.
È obbligatorio il rilascio della Dichiarazione di Conformità dell’impianto.
http://www.vigilfuoco.it/allegati/biblioteca/sicuro-gas.pdf
Lunedì 21 Gennaio 2019, 19:13
SCALDABAGNO A GAS O ELETTRICO: CONSIGLI PER SCEGLIERE BENE
Nonostante possa sembrare un elettrodomestico ormai obsoleto, in realtà lo scaldabagno continua ad essere diffuso sul mercato, grazie anche alla presenza di una notevole scelta di modelli. Tra scaldabagno a gas ed elettrico vi sono delle differenze sostanziali in termini di funzionamento, prezzi e consumo. La mentalità attuale porta a pensare che il classico boiler debba per forza essere sostituito da caldaie e altri sistemi, ma la realtà è ben diversa. E' bene tener presente che lo scaldabagno moderno non ha nulla a che vedere con quelli di 30 anni fa.
 
Lo scaldabagno elettrico
Lo scaldabagno elettrico funziona grazie ad un sistema classico e tradizionale che è molto diffuso e conosciuto e prende il nome di effetto Joule. Il suo principio è semplice e intuitivo: un contenitore, definito serbatoio, contiene l'acqua che viene scaldata mediante una resistenza, portata e mantenuta ad una temperatura compresa in un certo range. All'interno di tale intervallo, solitamente superiore ai 35 gradi, quando lo scaldabagno viene attivato l'acqua si riscalda fino alla temperatura impostata. Un esempio basato su dati ipotetici può agevolare la comprensione. Se viene ipotizzato un range di temperatura compreso tra 35°C e 60°C, l'acqua potrà rimanere a temperatura costante di 35°C. Non appena viene attivato, il boiler porta l'acqua a 50°C. Per mantenere l'acqua a 35°C lo scaldabagno elettrico dovrà attivarsi spesso, non appena la temperatura tenderà a scendere. Questo per evitare che si incrementi la differenza termica tra la temperatura effettiva dell'acqua nel serbatoio e quella richiesta al rubinetto (impostata dal termostato del boiler).
La capacità del serbatoio varia da 10 a 80 litri. E' facile intuire che maggiore è il litraggio, più lo scaldabagno consuma in termini energetici, poichè impiega più tempo per riscaldare la quantità di acqua.
 
Vantaggi e svantaggi dello scaldabagno elettrico
Uno scaldabagno elettrico possiede sicuramente dei vantaggi, ma anche degli svantaggi, identificati soprattutto nei consumi. Ecco i pro e i contro.
- Pro: il principale vantaggio riguarda il prezzo contenuto del boiler, il quale prevede anche un'installazione piuttosto semplice. E' infatti sufficiente collegare il tubo dell'acqua e il cavo della corrente per aver completato i collegamenti e rendere lo scaldabagno elettrico pronto all'uso.
- Contro: a fare da contraltare, si registra una limitata disponibilità di acqua calda, la quale dipende principalmente dalla grandezza del serbatoio. Per evitare il raffreddamento dell'acqua è necessario attivare spesso il boiler, aumentando però i consumi. Nonostante uno scaldabagno elettrico di ultima generazione abbia particolari tecnologie che predispongono l'elettrodomestico verso la riduzione dai consumi energetici, la valutazione non può comunque prescindere dal costo dell'energia elettrica. Proprio tale costo è superiore a quello di tanti altre fonti alternative. Se lo scaldabagno dovesse svuotarsi, non solo è necessario attendere il tempo affinchè questo si riempia, ma anche il tempo utile per consentire al sistema di riscaldare nuovamente l'acqua.

Lo scaldabagno a gas
Lo scaldabagno a gas è una soluzione alternativa alla precedente, che prevede l'impiego di combustibili gassosi come GPL o metano. Vi sono però due tipologie di boiler a gas. La prima è definita a gas istantaneo la seconda ad accumulo.
- Scaldabagno a gas istantaneo. La prima tipologia consiste in un dispositivo che richiede un consumo di energia ridotto: basta aprire il rubinetto dell'acqua calda per far partire una scintilla che tramite una piccola fiammella dà il via alla combustione, per il tempo necessario all'utilizzo dell'acqua. Questo tipo di scaldabagno può essere installato sia internamente che esternamente, a seconda delle caratteristiche del modello. A tenuta stagna e a tiraggio forzato per un posizionamento interno, mentre a tiraggio naturale con camera aperta per una collocazione esterna.
- Scaldabagno a gas ad accumulo. Il secondo tipo prevede invece la presenza di un serbatoio che viene riempito di acqua, mantenuta ad una temperatura costante che viene stabilita e impostata. E' la vera alternativa allo scaldabagno elettrico, proprio per la presenza dal vaso di accumulo. A differenza del modello a corrente, a variare è la fonte energetica che viene utilizzata. Che sia GPL, metano oppure propano, la spesa sarà sicuramente inferiore rispetto a quella richiesta per l'energia elettrica. Inoltre il serbatoio può arrivare fino a 200 litri, garantendo un ottimo funzionamento anche in caso di fabbisogni elevati di acqua (ad esempio le famiglie più numerose).
 
Uno scaldabagno a gas con pompa di calore
Questo dispositivo merita un paragrafo a parte perchè rappresenta l'ultima frontiera degli scaldabagno a gas.
Essendo infatti un modello innovativo, garantisce consumi ridotti e risparmi energetici notevoli, dimostrandosi soluzione efficiente e poco costosa per generare acqua calda. Anche il funzionamento è totalmente differente rispetto alle proposte prese in considerazione fino ad ora. La presenza della pompa di calore contempla un circuito chiuso all'interno del quale passa un fluido che, in base alle variabili di temperatura e pressione impostate, può diventare vapore. La pompa di calore ha la capacità di prelevare calore dall'esterno (ad esempio dal terreno o dall'ambiente) e portarlo all'interno, immettendolo nell'impianto riscaldante.
L'energia spesa per l'operazione è ridotta rispetto agli altri sistemi, a beneficio dell'ambiente e della bolletta. Una soluzione che adotta uno scaldabagno a gas con pompa di calore può ridurre la spesa anche del 60% rispetto ad un boiler elettrico.
 
Vantaggi e svantaggi dello scaldabagno a gas
La presenza di vantaggi e svantaggi dello scaldabagno a gas è più facilmente individuabile dato che oggettivamente questa tipologia si presenta con alcuni punti a favore in più rispetto ai modelli elettrici. Pro e contro variano a seconda del modello e della tecnologia scelta, ma è possibile riassumere il tutto nel modo seguente.
- Pro: sicuramente una analisi approfondita dei costi per uno scaldabagno a gas istantaneo è un aspetto chiave, in grado di far decidere l'acquisto. Infatti il costo dell'acqua calda è inferiore poichè il sistema si attiva solo su richiesta e non rimane in funzionamento continuo come il boiler elettrico. Un vantaggio molto apprezzato è la disponibilità continua di acqua calda, senza dipendere da serbatoi di piccole dimensioni. Il discorso muta leggermente per scaldabagni a gas ad accumulo, il cui serbatoio rappresenta comunque una limitazione, seppure in forma minore rispetto ad uno scaldabagno elettrico. Il risparmio energetico di uno scaldabagno a gas è notevole, soprattutto se dotato di pompa di calore, anche se il costo di questa soluzione, all'atto dell'acquisto, è lievemente superiore, ma al tempo stesso più facilmente ammortizzabile.
- Contro: nei modelli con il serbatoio (ad accumulo) si ha certamente un vincolo. la presenza della pompa di calore genera grande risparmio, ma al tempo stesso richiede a listino un esborso maggiore rispetto alla soluzione tradizionale senza la pompa.
 
Come scegliere tra scaldabagno elettrico o a gas
La scelta tra scaldabagno elettrico o a gas dipende dalle esigenze dell'utenza: numero di persone presenti in famiglia, budget di spesa, tipologia di impianto, presenza di fonti energetiche alternative nelle vicinanze, spazio a disposizione per l'installazione.
Considerando boiler dotati di serbatoio, una taglia mediamente piccola è quella da 50 litri, utile specialmente in locali piccoli e con una sola persona. Già per una famiglia di tre elementi è consigliabile stare almeno su uno scaldabagno con serbatoio da 80 litri. In caso di famiglie numerose o comunque che richiedono un utilizzo di acqua importante, scegliendo uno scaldabagno a vasca aperta con serbatoio da almeno 120-150 litri si ha la sicurezza di non andare in riserva di acqua calda.
Il prezzo è un'altra variabile che influenza la scelta. Conoscere il proprio limite di spesa è importante perchè in base a questo è possibile orientare la valutazione su un modello piuttosto che un altro, più che altro in termini di sistema e tecnologia di funzionamento. Un scalda acqua elettrico lo si trova in vendita a partire da meno di 200 euro, mentre uno a gas può raggiungere e superare anche i 1.200 euro. La forbice è dunque ampia.
Chi non è provvisto di impianto oppure vive in un condominio con un sistema di riscaldamento centralizzato, poter disporre di uno scaldabagno rappresenta una soluzione interessante dato che regala autonomia gestionale.
 
Conclusione
Dal punto di vista oggettivo la scelta tra scaldabagno elettrico e scaldabagno a gas dovrebbe premiare la seconda ipotesi. Il gas è una fonte di energia relativamente economica, sicuramente più della corrente elettrica. Inoltre il principio di funzionamento del sistema gassoso è più vantaggioso pure sotto l'aspetto del risparmio energetico, soprattutto se si predilige uno scaldabagno dotato di pompa di calore.
Verrebbe allora da domandarsi il motivo per il quale esistono ancora scaldabagni elettrici. Innanzitutto il loro costo di acquisto è relativamente contenuto, ma la vera ragione d'essere è da ricercare in special modo nell'impiego. Un piccolo appartamento con poco consumo di acqua, una seconda casa, un bagno senza l'impianto gas già realizzato, possono far propendere la scelta verso la soluzione a corrente, anche se dal punto di vista del risparmio energetico non sono certo la soluzione migliore.
Prima di scegliere è opportuno valutare i propri fabbisogni reali di acqua calda, gli spazi presenti all'interno del bagno, il budget disponibile per l'acquisto e la tipologia di impianto Solo in seguito a tale valutazione è possibile compiere una scelta logica, sensata e razionale sotto ogni aspetto.
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